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Ospitone, il Dux Barbaricinorum. Quando i Barbaricini erano “animali insensati”.

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di Adriana Demelas

Gregorio Magno, papa dal 590 al 604, fu un personaggio di fondamentale importanza per la storia della Chiesa, sia per la sua azione politica, sia per la sua produzione letteraria. Dotato di grande intelletto e sensibilità, si accorse subito che la Sardegna avrebbe potuto rappresentare un problema per il suo disegno di unità religiosa sotto cui la Penisola Italica avrebbe potuto risplendere in seguito alle invasioni, e quindi alle devastazioni, ad opera delle popolazioni barbariche.

Si sa che Gregorio, negli anni del suo pontificato, scrisse numerose lettere, di cui 41 indirizzate alla Sardegna. È interessante segnalarne una in particolare, scritta nel maggio del 594, inviata ad Ospitone, in cui lo definisce “Dux Barbaricinorum”; è un dettaglio, questo, che cambia la concezione di una Sardegna interamente conquistata dai Romani. Infatti, se tutta la Sardegna fosse stata completamente conquistata, come si spiegano le numerose rivolte barbaricine susseguitesi nei secoli? E perché Gregorio Magno avrebbe dovuto inviare una lettera al capo dei Barbaricini affinché quest’ultimo riuscisse nell’opera di conversione degli abitanti del centro Sardegna che adoravano ancora “legni e pietre”? È evidente che, nonostante l’imposizione della lingua latina, la Barbària conservasse una propria autonomia dal punto di vista politico e culturale sotto il comando di un uomo definito Capo dei Barbaricini, il quale conviveva con l’autorità romana/bizantina per il controllo di tutto il territorio.

Dalla lettera gregoriana emerge la preoccupazione del Pontefice in merito alla questione sarda, allora territorio in cui il cristianesimo era ancora lontano dal considerarsi religione di primo piano; nelle sue parole è chiara la denuncia verso gli ecclesiastici inadempienti che avevano mostrato segni di tolleranza per il paganesimo e quindi avevano reso più difficile l’accettazione, anche forzata, della religione cristiana da parte della popolazione.

Gregorio Magno cerca in Ospitone un alleato che cristianizzi la zona attraverso il battesimo e la cura animarum, la cura delle anime; un nome avvolto nel mistero che 1428 anni fa ha cambiato la storia, dando a noi la possibilità di comprendere le dinamiche che hanno interessato la cristianizzazione della Sardegna, e fornendoci una visione del tutto diversa rispetto a quella generalmente accettata su cui per anni si è fondata la storia sarda.

Nonostante le conquiste, le vessazioni, la conversione forzata, il popolo barbaricino ha saputo resistere silenziosamente e audacemente, lasciando in eredità tutta la bellezza della perfetta fusione fra culture.

 

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