Ancora una volta e per il secondo quinquennio di fila la Sardegna non elegge nessun rappresentante a Strasburgo.
Tutti gli 8 seggi sono stati assegnati alla Sicilia che, forte del numero degli elettori (il triplo di quelli della Sardegna), non fatica a fare l’ennesimo en plein.
Una autentica e tragica “barzelletta istituzionale” coscientemente avallata a più livelli dallo Stato e alla quale, sembra assurdo, nessuno riesce a porre rimedio e fa riflettere sul perché siamo la regione con la più bassa affluenza alle urne.
D’altronde perché l’elettore sardo dovrebbe recarsi alle urne per le europee quando è praticamente già scritto a tavolino l’esito del voto?
Pure supponendo, infatti, che a votare si fosse recato il doppio degli elettori, la Sardegna non avrebbe eletto comunque nessun deputato in Europa, surclassati in termini di voti assoluti dai candidati siciliani, molti dei quali viaggiano abbondantemente sopra le 100mila preferenze.
Giusto per dare un termine di confronto basti pensare che a Malta, più piccola come estensione e molto meno popolosa della Sardegna (conta circa 542mila abitanti, meno di un terzo della nostra regione) vengono assegnati ben 6 seggi all’europarlamento.
E infatti a Malta l’affluenza alle urne è stata del 72,8%, record assoluto per l’intero Unione europea.
Strasburgo resta quindi off limit per i nostri candidati e peggio ancora per gli elettori della Sardegna, privati ancora una volta della rappresentanza nella sede politica più autorevole e decisionista dell’intero panorama istituzionale continentale, dove vengono adottate oramai tutte le decisioni che più di altre influiscono sulla vita dei cittadini.
Forse è arrivato il momento di riflettere se è arrivato il momento di dare un forte segnale, disertando in massa non solo le consultazioni europee, ma anche tutte le altre, vista l’incapacità delle istituzioni di far valere questo nostro diritto costituzionale.
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