Giuseppe Luigi Cucca, avvocato di Nuoro e Senatore uscente, è candidato alla Camera dei deputati nella lista Calenda-Azione-Italia Viva.
Perché gli italiani e i sardi dovrebbero votare la lista Calenda-Azione-Italia Viva?
Perché siamo la vera novità in questa campagna elettorale. Siamo fuori dagli ormai obsoleti schieramenti tradizionali. Centro Destra e Centro Sinistra sono oramai delle sigle prive di contenuti.
Noi abbiamo un programma che si rivolge alla stragrande maggioranza degli italiani, i quali chiedono a gran voce stabilità, sviluppo e soprattutto lavoro. Non certo assistenzialismo.
Parla per caso del reddito di cittadinanza?
Anche, e qui voglio chiarire subito una cosa.
Chi dice che siamo contro il sostegno alle persone in condizione di povertà dice il falso.
Siamo stati noi di Italia Viva ad introdurre il reddito di inclusione come misura strutturale.
Abbiamo sempre creduto che il reddito di cittadinanza così come è non risolve i problemi ma semplicemente li rinvia.
Pertanto continueremo a lavorare per sostenere, questo sì, le persone fragili e che non possono essere parte attiva dei cicli produttivi e che hanno quindi bisogno reale di aiuto, ma faremo in modo che chi è nelle condizioni di lavorare trovi un lavoro e che questo sia degnamente e giustamente remunerato.
Covid, guerra, crisi energetica, inflazione. Tre anni terribili
Esatto, tre anni di sacrifici per cause che stanno influenzando tutt’ora la vita delle famiglie italiane.
Il Virus COVID 19 ha palesato la debolezza del genere umano di fronte a situazioni pandemiche come quella che abbiamo vissuto, e che solo con azioni di unità nazionale siamo riusciti, se non a debellare completamente, almeno a renderle molto meno pericolose.
Sulla guerra, siamo per una condanna forte alla Russia per aver occupato uno stato sovrano, ma dobbiamo insistere e fare di tutto perché tacciano le armi. E questo lo si potrà fare meglio con una Europa forte ma anche con una rappresentanza autorevole del nostro governo.
E noi crediamo che Draghi sia la persona giusta.
Sulla crisi energetica, credo che non ci si sia ulteriore tempo da perdere.
Tantissime aziende hanno già chiuso e tante altre seguiranno se non si interviene subito.
E’ necessario intervenire sul tetto del prezzo del gas e nell’immediato intervenire per i carburanti.
Contribuire con risorse statali a far diminuire il costo delle energie ad imprese e famiglie.
Nel frattempo però dobbiamo lavorare da subito affinché queste speculazioni, perché di questo stiamo parlando, abbiano in futuro minore incidenza sulla nostra economia e sulle tasche degli italiani.
Per questo diciamo sì ad una politica che riprenda in mano in maniera seria le energie alternative di ultima generazione.
In Sardegna il vostro movimento pare che non abbia ancora sfondato. Come mai?
Intanto Italia Viva, come Azione, ha appena 3 anni di vita, ed in questo breve periodo credo che abbiamo fatto passi da gigante. A parte il continuo aumento di sostenitori e tesserati, Italia Viva in Sardegna è oggi rappresentato da due senatori, un deputato, un consigliere regionale, Sindaci ed Amministratori di comuni importanti.
E con il lavoro svolto soprattutto nei territori ci candidiamo anche a svolgere un ruolo da protagonisti anche nelle prossime scadenze elettorali, quali le Europee e le Regionali del 2024.
Siamo una forza politica che rappresenta passione, dedizione e tanta competenza che viene messa a disposizione della nostra Regione per un futuro migliore.
Quali ritiene siano le priorità per la Sardegna?
Il fatto che in questo ultimo scorcio di legislatura si sia inserito il principio di insularità nella Costituzione pone le basi per un lavoro che deve iniziare da subito.
Il PNRR è uno strumento straordinario che, in Sardegna, deve essere utilizzato per colmare le tante lacune che la nostra Isola ha rispetto al resto del Paese.
A cominciare dalle infrastrutture, e parlo di strade e ferrovie, ma anche di porti e dighe.
Non è possibile che Nuoro sia l’unica provincia italiana non servita dalle Ferrovie dello Stato, così come è assurdo che ancora oggi, la diga del Cumbidanovu, il cui completamento darebbe tantissimi posti di lavoro in agricoltura alla parte est della Sardegna Centrale, sia ancora un’incompiuta.
La Sardegna ha una posizione baricentrica rispetto al Mediterraneo e i porti Canale di Cagliari ed Oristano dovrebbero poter incrementare le movimentazioni di merci; ma per fare questo è necessario una fiscalità di vantaggio che interessi tutta l’Isola.
Ma parlo anche di altre infrastrutture, a partire da quelle sanitarie. Non si scherza con la salute della gente, e ogni cittadino deve avere la possibilità di ricevere le cure di cui ha bisogno a prescindere dalla sua residenza. Razionalizzare non deve significare chiudere gli ospedali, ma significa offrire un servizio migliore a tutti con minori sprechi. Meno politica e più medici ed infermieri negli ospedali.
Trasporti, turismo, cultura.
Altri nodi importantissimi.
Siamo un’isola e la continuità territoriale è determinante per essere collegati con la terra ferma.
Dobbiamo definire una volta per tutte, e non anno per anno, le azioni a supporto della moibilità delle persone e delle merci. Azioni che non possono continuare ad essere a carico della Regione Sardegna.
Siamo un’isola, con spiagge e mare bellissimo, ma anche con paesaggi dell’interno che hanno delle potenzialità turistiche enormi. La Sardegna, come l’Italia, ha bisogno di un Ministero forte e soprattutto di un progetto turistico che metta insieme un Sistema Italia.
Siamo un’isola, e da noi si sono preservate esperienze millenarie uniche al mondo.
I nuraghi, unici nel loro genere, ma anche i costumi, le tradizioni, il cibo, le usanze devono far parte di un progetto che porti il nome della Sardegna in tutto il mondo.
Siamo un’isola, ma non dobbiamo restare isolati, e per questo che dobbiamo andare numerosi a votare domenica per il terzo polo. Siamo gli unici che hanno messo nel proprio programma il futuro nostro e soprattutto dei nostri figli.