CAGLIARI > “La Sardegna, con Lula, è il luogo migliore per ospitare l’Einstein Telescope, il grande strumento destinato a dare la caccia alle onde gravitazionali”.
Lo ha detto a Cagliari il premio Nobel per la Fisica, Giorgio Parisi, durante l’evento “Einstein Telescope: la grande infrastruttura di ricerca europea” in un simposio di scienziati e astrofisici internazionali propedeutico per presentare la candidatura italiana della ex miniera di Sos Enattos .
“Il sito si deciderà non prima della fine del 2024 e l’Einstein Telescope in Sardegna potrebbe essere operativo per il 2032 o 2033”, ha detto Parisi.
“Dopo la decisione – ha precisato – i successivi 4 o 5 anni saranno un periodo dedicato allo scavo del tunnel di una trentina di chilometri. A quel punto, nel 2029 si dovrebbe incominciare a mettere su la parte scientifica e ci vorrà ancora qualche anno”.
“Io sono assolutamente convinto che il sito di Lula sia il migliore – ha ribadito il fisico, presidente del comitato scientifico che supporta la candidatura italiana per la realizzazione dell’opera – più di quello olandese. E lo è proprio per le caratteristiche del terreno e per il fatto che nella zona ci sono scarsi insediamenti umani attorno”.
Secondo Parisi “il punto di forza sono le scarse di vibrazioni che vengono prodotte, poi il terreno di granito e quindi estremamente solido ma anche facile da scavare. Inoltre i fisici italiani, insieme a quelli francesi, sono gli unici che hanno fatto dei rivelatori di onde gravitazionali in Europa e quindi l’Italia è un posto naturale”.
Il premio Nobel, a proposito del bando del Pnrr da 14 milioni di euro per lo studio preliminare di fattibilità, ha dichiarato:
“Non credo che sia prevedibile che ci siano delle criticità in questo sito.
Certo serve un impegno da parte della Regione Sardegna per fare tutte le infrastrutture necessarie, perché dobbiamo immaginare una situazione in cui oltre 500 scienziati si trasferiscono, spesso anche con le famiglie, e ci sarà la necessità di strutture adeguate, di scuole internazionali, attività di svago, musei e teatri.
C’è tutto il tempo per predisporre le infrastrutture – ha aggiunto il fisico – perché prima che arrivino le persone ci vorranno almeno sei anni”.