LONDRA > “Now and then”, l’ultimo singolo dei Beatles prodotto con l’ausilio di sofisticate procedure che si avvalgono anche dell’intelligenza artificiale, è in testa alle classifiche di tutto il mondo, sia di vendita che di ascolto.
Se non si fossero sciolti da 53 anni e due di loro, John Lennon e George Harrison ritornati da tempo a risplendere nelle costellazioni della Bilancia e dei Pesci, non ci sarebbe nulla di straordinario; in quanto tutti i singoli (tranne uno, Strawberry Fields Forever/Penny Lane) pubblicati dalla band quando era in attività, centrarono sempre e al primo colpo la vetta delle classifiche.
Addirittura, fatto oltremodo straordinario e mai più ripetuto, nella prima settimana del mese di aprile del 1964 i Beatles occupavano tutte le prime 5 posizioni nella classifica americana di Billboard.
Stupefacente.
The Beatles.
Quando si parla di loro non ci si approccia solo ad un fenomeno musicale, ma anche di costume, sociale e di politica della comunicazione; si viaggia dentro una galassia creativa che, come a chi scrive, ispira quotidianamente e permette di immergersi in un mondo iperfantastico; un connubio tra parole e musica che coniuga una semplicità e al contempo una raffinatezza stilistica che ti mettono letteralmente in ginocchio.
Certo, “Now and then” non risplende, ovviamente, di quella luce propria come le loro composizioni scritte tra il 1963 e il 1969; ma l’essere riusciti a confezionare un prodotto estremamente piacevole (grazie a Paul McCartney e Ringo Starr) rende plastico uno degli aspetti più straordinari della band di Liverpool.
Quello di essere, oggi come allora, autentici pionieri, esploratori oltre che creativi, di saper padroneggiare la tecnologia e ricondurla al servizio dell’artista, e non viceversa.
Un retaggio che può vantare solo chi ha avuto, come loro, il grande privilegio e fortuna di lavorare negli studi londinesi di Abbey Road a fianco di un genio assoluto come George Martin, loro mentore e ispiratore, a sua volta, di canzoni memorabili e intramontabili.
LOVE.
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