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BITTI – La magia di “Romanzesu”. Tra passato e futuro sotto le stelle.

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di Adriana Demelas

BITTI > Dopo il successo delle prime due edizioni, si rinnova a Bitti l’incontro con le stelle ed il passato. Cinque appuntamenti imperdibili della stagione estiva a Romanzesu, sito archeologico tra i più importanti in Sardegna. Promossa dalla Cooperativa Istelai e realizzata con il contributo del Parco di Tepilora, la rassegna ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio storico e culturale dell’isola dalla preistoria ai giorni nostri attraverso l’intervento di importanti ricercatori sardi, i quali parleranno non solo del rapporto fra i nostri antenati, la natura e il cielo, ma discorreranno di temi significativi quali la presenza e l’influenza romana in questo territorio, il culto e le pratiche religiose fra passato e presente, lo studio delle radici genetiche del popolo sardo.

La terza edizione, che inizierà la mattina del 24 giugno con una mostra fotografica in 3D sulla Luna, ci darà, ancora una volta e sempre meglio, la possibilità di avvicinarci a ciò che è lontano da noi in termini di spazio e tempo, insieme a quella di apprezzare la bellezza e il silenzio di un villaggio fra le querce di sughero.

Si proseguirà, lo stesso giorno, con laboratori interattivi per ragazzi, una conferenza che si concentrerà sulle costellazioni, fra astronomia e astrologia, e infine avrà luogo l’osservazione astronomica del cielo con telescopi computerizzati.

I successivi appuntamenti, due in luglio e due in agosto, consentiranno agli spettatori di affacciarsi al passato, dando loro la possibilità di avere nuovi punti di vista sulla storia sarda; il 21 luglio interverrà il bittese Claudio Farre, il cui contributo sarà fondamentale per comprendere le dinamiche e l’eredità della presenza romana nella Sardegna interna e nel territorio bittese; il 29 dello stesso mese ci sarà invece una rappresentazione teatrale a cura di Gianluca Medas, che metterà in scena il romanzo di Sergio Atzeni “Passavamo sulla terra leggeri”.

Ad agosto, il 12, l’archeologo Franco Campus e Silvana Sanna si concentreranno sull’aspetto religioso, quindi delle pratiche votive dalla Sardegna nuragica fino ai giorni nostri. Il 25 agosto l’appuntamento di chiusura con Maria Pala, che affronterà un tema molto caro a tutti i sardi: le radici, intese in senso genetico e culturale.

Un’estate volta alla ricerca di un collegamento intimistico con la propria terra, elemento caratteristico perpetuo del popolo sardo.

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