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“Sa moda de su pibirigottu”, metafora per indicare persona estremamente suscettibile

L'enigma poetico irrisolto tramandatoci da Barore Tucone

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Di Salvatore Satta

“Sa moda de su pibirigottu”, il grande enigma poetico irrisolto tramandatoci da Barore Tucone.

 

Nonostante ne avesse le capacità, il poeta di Buddusò non si cimentò mai, almeno ufficialmente, nella composizione dei ‘’modellos’’.

In compenso, però, conosciamo la sua abilità nella costruzione delle ’’modas’’, tanto da farne un proprio cavallo di battaglia e motivo di sfida nei confronti dei poeti rivali.

 

Le ‘’modas’’, finché sono state cantate, costituivano la parte scritta delle gare poetiche improvvisate, in cui il poeta dava prova delle sue capacità mnemoniche e canore, ma in origine erano anch’esse improvvisate.

 

All’inizio del secolo XX°, Barore Tucone, ebbe l’opportunità di confrontarsi con autentici campioni della poesia sarda improvvisata: Antonio Cubeddu, Giuseppe Pirastru, una delle migliori menti logiche di tutta la storia delle poesie sarde improvvisate e, primo fra tutti, Pittanu Moretti, grande ideatore e inventore di ‘’modellos’’ e di poesia retrogradata.

 

Seguendo questa tradizione, il Tucone, continuò ad improvvisare le ‘’modas’’, che possono essere diverse l’una dall’altra, sia per struttura, che per lunghezza.

Essendo l’attribuzione, l’unico modo per distinguerle, in questo caso dobbiamo parlare di ‘’moda’’ ‘’a sa moda de Barore Tucone’’.

 

La ‘’moda’’ in oggetto è sempre stata conosciuta come completa, anche se costituita soltanto da ‘’s’istèrrida’’ o ‘’pesada’’ e mancante di ‘’retrogas’’, ‘’fiores’’ e ‘’dispedida’’.

 

‘’Sas istèrridas’’ delle ‘’modas’’ di Barore Tucone presentano soltanto variazioni interne e non retrogradazioni, né inversioni, né ripetizioni, né rotazioni. come nelle ‘’istèrridas’’ delle ‘’modas’’degli altri poeti, caratterizzando così le intere ‘’modas’’.

 

Depone a favore della completezza di ‘’sa moda’’ in questione, soprattutto l’ultimo termine della composizione, che, espresso al maschile, chiude ogni ulteriore possibilità di rima o di retrogradazione; costituendo, così, un vero e proprio segno di interpunzione definitivo.

Si noti l’uso sistematico degli endecasillabi perfetti, cosa non scontata nella poesia improvvisata di Barore Tucone.

 

Testo della misteriosa ‘’moda’’ di Barore Tucone:

 

‘’Sa moda de su pibirigottu’’

‘’Moda’’ cantada dae Barore Tucone in Buddhusò pro una Festa de s’Unidade:

Un’oggettu ‘e ràmin’inghijaiadu

chi pariat de oro giustu giustu

sa prima lampizada chi l’hat bidu;

daghi s’oggettu si l’han comporadu

l’hat toccadu lentore e l’hat infustu

e l’hat su ‘irderàmin’ imbildidu.

Su coro giughet nieddhu e feridu,

ca no’ est oro tottu su chi lughet,

su coro nieddhu e feridu giughet,

ca su chi lughet no’ est oro tottu.

Chin s’ischentiddha ‘e su pibirigottu

cheriat dare lume a una ‘iddha,

de su pibirigottu s’ischentiddha

cheriat dare a una ‘iddha lume

de su coccoi chin sa bòida isciuma

cheriat costruire mundhu nou.

No’ bi fecundhat lana subr’a s’ou,

ca bundhat in sa peddhe tusa l’hana,

subr’a s’ou no’ bi fecundhat lana,

tusa l’han in sa peddhe ca bi bundhat,

subr’a s’ou lana no’ bi fecundhat,

ca bundhat in sa peddhe chi l’han tusu.

 

Il termine ‘’Pibirigottu’’ indica una sorta di bacche che provocano un forte pizzicore alla lingua tanto da risultare immangiabili e viene usato come similitudine per indicare una persona estremamente suscettibile.

 

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