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CULTURA – Tassonomia delle “orecchie segnate”

La fantasia poetica, il pastore, la manifesta soprattutto nella denominazione dei modi di segnare

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Di Salvatore Satta

Le tassonomie o liste lessicali (sumeriche, accadiche, anatoliche, egiziane ecc.), sono alla base, non solo della scrittura, ma della poesia stessa.

 

Già i poeti più antichi conosciuti, Esiodo e Omero, sono autori di liste, come ha mirabilmente messo in evidenza Umberto Eco nel suo corposo saggio: ‘’La vertigine della lista’’ , e di vera e propria vertigine si tratta.

 

In Sardegna, data la particolare natura poetica del pastore sardo, che vive a contatto con la natura, le liste lessicali impregnano tutti i campi della società pastorale, compresi i problemi e gli imprevisti che si possono verificare.

 

Tra quelli più gravosi che il pastore sardo deve affrontare c’è il furto di bestiame, che mette a dura prova la sua intelligenza.

 

Infatti non può rivolgersi alle forze dell’ordine, perché, denunciare, significa rinunciare definitivamente al proprio bestiame.

 

Mentre l’unico modo per rientrarne in possesso è quello di procedere sempre amichevolmente, soprattutto quando si perdono le tracce e ci si deve rivolgere a persone di altri paesi.

 

Qualsiasi tentativo di estirpare questa piaga della società pastorale si è rivelata vana, nonostante i provvedimenti posti in essere dalle varie autorità succedutesi nel tempo (dalle marchiature a fuoco per i capi di grossa taglia al modo di segnare le orecchie per il bestiame minuto).

 

Anche perché il furto di bestiame, che, se mette a rischio l’incolumità personale o familiare del pastore, è considerato una sorta di legittima difesa, viene visto, dal pastore stesso, come l’unico metodo per salire la scala sociale, convinto com’è che il proprietario di oggi è l’abigeatario di ieri e l’abigeatario di oggi sarà il proprietario di domani, come in una ruota in continuo movimento.

 

L’abigeato rimane, comunque, generalmente, il primo passo della carriera giudiziaria del pastore sardo, per continuare, poi, con la rapina, l’omicidio, la vendetta, la faida; in un crescendo inarrestabile.

 

Ma la sua fantasia poetica, il pastore, la manifesta soprattutto nella denominazione dei modi di segnare, col coltello a serramanico (‘’sinnonzos’’), le orecchie di pecore e capre, di cui faccio alcuni poeticissimi esempi:

 

Bogada ‘e segus, Rundhinina, Pertunta, Pertunta ìnnida, Trunk’e bogada, Iscala ‘e segus, Trunk’ e pertunta, Trunk’e rundhinina, Giuale ‘e segus, Trunkas de nanti, Trunkas pertuntas, Mùttiga, Mutzurra, Mutzurras ambas, Giuales faddhidos, Rundhinina ìnnida, Karpida, Feridas ambas, Feridas faddhidas, Rundhininas ambas, Mùtziga, Mùtzigas ambas, Lisa, Lisas ambas ecc.

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