La Confederazione generale italiana del lavoro (Cgil), l’Unione italiana del lavoro (Uil), e la Confederazione italiana sindacati lavoratori (Cisl), hanno deciso di avviare nei mesi di aprile e maggio una fase di mobilitazione con la realizzazione di una generalizzata campagna di Assemblee nei luoghi di lavoro e nei territori, e con l’organizzazione di tre manifestazioni interregionali, che si terranno a Bologna (6 maggio), Milano (13 maggio) e Napoli (20 maggio).
Il tema del diritto alla salute, della difesa e del rilancio del sistema sanitario saranno alcuni dei nodi centrali della mobilitazione di CGIL CISL e UIL delle prossime settimane.
La fondazione Gimbe, riferendosi al Documento di Economia e Finanza, presentato lo scorso 10 aprile, parla di preoccupanti segnali di definanziamento.
Secondo le analisi indipendenti della Fondazione Gimbe sulle previsioni di spesa sanitaria per l’anno 2023 e per il triennio 2024-2026, il rapporto spesa sanitaria/Pil nel 2023 scende a 6,7% rispetto al 6,9% del 2022.
“Rispetto alle previsioni di spesa sanitaria sino al 2026” osserva il presidente della Fondazione Nino Caltabellotta “il Def 2023 certifica l’assenza di un cambio di rotta post-pandemia ignorando il pessimo ‘stato di salute’ del Servizio sanitario nazionale, i cui principi fondamentali di universalità, uguaglianza ed equità sono minati da criticità che compromettono il diritto costituzionale alla tutela della salute.
Interminabili liste di attesa costringono a ricorrere al privato, aumentano la spesa out-of-pocket e impoveriscono le famiglie, sino alla rinuncia alle cure; diseguaglianze regionali e locali nell’offerta di servizi e prestazioni determinano migrazione sanitaria, inaccessibilità alle innovazioni, sino alla riduzione dell’aspettativa di vita”.
“Programmi e numeri del Def 2023 confermano che, in linea con quanto accaduto negli ultimi 15 anni, la sanità pubblica non rappresenta una priorità politica neppure per l’attuale esecutivo” osserva ancora Cartabellotta.
“Il destino del SSN dal Governo è tracciato ma è da riscrivere”, afferma su “Quotidiano sanità.it, Daniela Barbaresi, Segretaria Confederale Cgil e prosegue: “Dobbiamo salvare e rilanciare il Servizio Sanitario, dobbiamo rendere esigibile l’articolo 32 della Costituzione e siamo certi si svilupperà un grande movimento di popolo”.