CAGLIARI – Mai Cassandre furono più preveggenti di quelle che, all’indomani della vittoria alle elezioni politiche del 25 settembre, previdero, paradossalmente, una recrudescenza delle tensioni nei già difficili rapporti tra PSd’Az e Lega; partiti che, più di altri, tengono le redini del potere all’interno dei palazzi della Regione.
Certo le decisioni nella scelta della squadra di Governo, in particolare quella per i sottosegretari, non hanno aiutato a superare i malumori, anche se ufficialmente nessuno vuole dare peso a questo aspetto. Apparentemente.
Le richieste partite da Cagliari sinora sono state inascoltate, o meglio ignorate, e questo sta incidendo non poco, sia nella difficile partita del rimpasto nella Giunta guidata da Christian Solinas, sia negli equilibri e nelle alleanze, attuali e del molto prossimo futuro, dell’intero schieramento di centrodestra.
Al documento diffuso ieri dall’ex segretario Giancarlo Acciaro, che invitava ad una presa di posizione netta nei confronti della Lega, ha replicato l’attuale Presidente sardista, Antonio Moro, teorizzando uno scenario politico che, malgrado sperato da molti, nessuno sinora, almeno nei termini e concetti espressi, ha avuto il coraggio di palesare.
Dalle pagine del quotidiano La Nuova Sardegna Moro parla di “richiesta limitativa quella di rivendicare un posto nel governo nazionale e allo stesso tempo recriminare contro la Lega per il risultato mancato. È legittimo e forse anche doveroso – prosegue Moro – ma la logica vorrebbe che si sia anche pronti a interrompere la legislatura, a dare la parola agli elettori costruendo un’alleanza di centrodestra senza la Lega. Pensare di fare tutto questo senza un congresso sardista non significa esser coraggiosi ma essere impudenti. Se poi si pensa di aprire alle forze progressiste della Sardegna, cioè con quelle con cui non si dialoga da anni, bisogna che si dica subito e con chiarezza chi mai dovrebbe essere l’artefice di questa rivoluzione copernicana».
Parole e concetti pesanti come macigni che, per chi mastica di politica, appaiono come lucide indicazioni di un percorso per un chiarimento interno ma allo stesso tempo, anche se non sposandole a priori, aperture per ipotetiche nuove maggioranze.
L’affondo del presidente sardista, riferimento della minoranza interna, è sferzante quando alza il tiro nei confronti del Governatore Solinas. «È da autentici temerari puntare il dito contro l’operato di alcuni assessori di una forza politica alleata – dichiara Moro – evitando accuratamente di far prima almeno un pizzico di autocritica sui risultati conseguiti dalla compagine governativa, disegnata dal segretario Psd’Az presidente della Regione.”
Sarcastiche e dense di gravitas la conclusioni di Antonio Moro: “Il risultato elettorale ha rappresentato bene il livello di soddisfazione dei sardi e il gradimento verso certi esponenti del Psd’Az, che è bene ritrovino presto la strada della credibilità, della sincerità, della lealtà, della correttezza, del rispetto, dell’onesta, della riconoscenza e dell’amore verso la Sardegna ed il nostro partito.”