CAGLIARI > Mentre nel centro-sinistra il “pallino” della partita per le prossime consultazioni regionali è sempre più in mano ai 5 Stelle, con un forte endorsement di Giuseppe Conte per Alessandra Todde, nel centro-destra langue, almeno in apparenza, la discussione su chi dovrà guidare la coalizione che, per la prima volta nella storia, ha tutte le carte in regola per vincere due volte di seguito la battaglia elettorale per conquistare Villa Devoto, grazie al “vento” favorevole che gli ha assicurato la vittoria alle ultime elezioni politiche e che non accenna a diminuire d’intensità.
Anzi.
Prescindendo da candidature d’ufficio e doverose come quella di Matteo Salvini per l’attuale presidente della Regione, Christian Solinas, e tenendo conto anche che Fratelli d’Italia, in un’ottica di equilibri nazionali, potrebbe optare per coprire la casella Sardegna, Forza Italia è attualmente il partito che nelle sue fila ha, più di altri, i nomi per poter bissare il successo alle urne del 2019.
Senza nulla togliere ad altri laboratori politici, il centro del centro-destra, a livello regionale e nazionale, è Forza Italia.
Il movimento fondato da Silvio Berlusconi, infatti, può mettere a disposizione degli alleati una rosa di candidati alla Presidenza che, se la politica fosse un concorso per titoli ed esami, non avrebbero di certo difficoltà a superarlo di slancio.
Tutti, peraltro, portatori di un rilevante consenso popolare personale.
Stavolta la scelta di fare da traino potrebbe spostarsi verso il centro-nord dell’Isola, territorio che da molti, troppi anni non esprime il candidato alla Presidenza; su un politico navigato ed esperto come Pietro Pittalis, che ha sempre fatto il pieno di voti alle Regionali.
Nell’ultima consultazione che lo vide in campo per conquistare un seggio nell’assemblea di via Roma, come preferenze personali fu secondo solo ad Antonello Peru nel centro-destra, battendo tutti gli altri partiti a livello regionale.
Inoltre, già nel 2019 il deputato nuorese era fortissimo nei sondaggi per la guida della coalizione.
Politico di lungo corso, Pietro Pittalis è sullo scenario attuale uno dei pochissimi che possono definirsi “immacolati”.
Nessun indagine, rinvii a giudizio e/o condanne risultano a suo carico.
Non per nulla l’avvocato nuorese oggi riveste la carica di Vice Presidente della Commissione Giustizia della Camera.
Senza contare che l’eventuale vittoria di Pittalis, porterebbe a Montecitorio l’attuale Assessore al Lavoro, Ada Lai, esponente di Forza Italia della prima ora e persona molto stimata da tutti e, in particolare, dal coordinatore, il deputato Ugo Cappellacci.
Rimanendo sulle dinamiche cagliaritane, Alessandra Zedda, Consigliere regionale, già vicepresidente della Giunta ed ex assessore al Lavoro, avrebbe il convinto sostegno dell’intero partito per essere il prossimo Sindaco Metropolitano di Cagliari.
Con la riforma “Calderoli” si andrebbe ad elezioni dirette la prossima primavera.
La scelta di convergere su un uomo del centro-nord è dovuta anche al fatto che Cagliari città rappresenta il tallone d’Achille della coalizione.
Qui, infatti, il Centro Sinistra, alle ultime politiche, ha riportato una grande vittoria, seppur con l’impegno di tutti i big di Cdx, tra cui il primo cittadino Paolo Truzzu, persona sul quale potrebbe puntare Fratelli d’Italia.
Ma altri fattori giocano a favore di Forza Italia, e sono quelli più squisitamente legati alla quotidianità dell’azione politica.
Anche nelle fasi più delicate della legislatura, gli azzurri sardi si sono caratterizzati per la serietà delle proposte e nelle ultime riunioni di maggioranza si sono presentati con tanto di documenti programmatici sui quali vantano una certa esperienza: dalla continuità territoriale alla fiscalità di vantaggio, dalle politiche del Lavoro al piano casa, dalle azioni per il rilancio dell’agricoltura a quelle a tutela del settore ittico.
Insomma, hanno le idee chiare su temi che arrivano a toccare direttamente quelle che sono le aspettative di larghe fasce dell’elettorato, soprattutto quello scevro da condizionamenti di appartenenza e di militanza, che costituisce in gran parte l’enorme bacino di astensionisti e verso i quali tutte le forze in campo mirano ad empatizzare.
Proprio la chiarezza della proposta politica può essere l’arma in più rispetto ad un centro-sinistra che si presenta con un campo largo tanto composito ed eterogeneo da paventare il ritorno ai tempi delle “7 Giunte Palomba”.
Al momento, nel Csx c’è molto “Amarcord”, tra un ritorno alla politica attiva di Renato Soru -una minaccia più per i suoi che per gli alleati- e la proposta dell’ex viceministro dello Sviluppo Economico, Alessandra Todde, che si guarda bene dal ricordare la sua esperienza al Governo.
Sì, perché Partito Democratico e Cinque Stelle hanno già governato insieme.
In più c’è da considerare che all’interno dei 5 Stelle una sintesi sembra ancora lontana, con il tavolo romano che, come detto, vorrebbe la Todde alla Presidenza mentre la componente sarda le preferirebbe la Consigliera Desirè Manca.
Infine, nello schieramento opposto qualcuno sostiene che il centro-destra non ha bisogno di un sondaggio per la scelta del suo candidato alla presidenza.
Tesi veritiera, ma per opposte motivazioni.
Se è vero, infatti, che “squadra che vince non si cambia” e lo anche il fatto che la squadra, stando alle ultime rilevazioni, può ancora vincere, è però sufficiente tastare l’animo dell’elettorato per comprendere ed individuare quali possano essere le scelte idonee a portare, per la prima volta nella storia dell’Autonomia, un bis della stessa coalizione a Villa Devoto.
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