CAGLIARI > Le nomina dei Direttori Sanitari e Amministrativi facenti funzioni delle ASL della Sardegna rischiano di non essere valide.
La problematica è approdata in Consiglio regionale e a sollevare il caso sono stati i partiti di opposizione. Il gruppo Liberi e Uguali, con Daniele Cocco ed Eugenio Lai, ha chiesto la convocazione urgente dell’assessore Mario Nieddu e dei manager sanitari in Commissione sanità:
“Il caso dev’essere risolto una volta per tutte – si legge nella richiesta inviata al presidente Nico Mundula-. Senza che sia stato rispettato quanto previsto dalla legge, è alto il rischio che le delibere firmate dai direttori amministrativi e sanitari, quelli nominati in maniera illegittima, possano essere impugnate e poi addirittura annullate, provocando l’inevitabile rallentamento dell’azione amministrativa in tutte le Aziende sanitarie, con il conseguente mancato raggiungimento degli obiettivi e degli indirizzi di programmazione regionale da parte dell’intero sistema regionale”.
Lo stop, che potrebbe causare un ennesimo e pesante rallentamento, se non addirittura lo stallo nell’iter della riforma del sistema sanitario regionale, è nato dopo la richiesta di un parere indirizzata all’Assessorato alla Sanità, e riguarda i criteri da seguire nell’individuazione delle due figure che affiancano i Direttori Generali.
Richiesta inviata all’Assessorato da un ente sanitario, a dimostrazione del fatto che, anche nei vertici delle aziende sanitarie, persistono dubbi non ancora del tutto fugati sulle procedure da adottare.
Nella nota firmata da Francesca Piras, Direttore Generale dell’Assessorato, si legge chiaramente che i manager delle Asl, Ares, Arnas, Aou e Areus procedono a nominare i due collaboratori più stretti, ma possono farlo attingendo dai rispettivi Albi Regionali e applicando i criteri stabiliti dalla legge 502/1992. Nel caso specifico, quanto previsto dall’articolo 3, comma 7.
La Regione Sardegna attualmente, però, non si è ancora dotata dei due elenchi, che sono in fase di predisposizione. Questo l’impedimento che, ufficialmente, ha portato alla scelta provvisoria di nominare i due Direttori attribuendogli incarichi di “facenti funzioni”.
Ma quanto disposto dalla DG dell’Assessorato, a seguito di un successivo parere consultivo espresso dall’Ufficio Legale della Regione, non lascia adito a dubbi interpretativi.
“Nel caso in cui non è stato costituito l’elenco regionale per il conferimento degli incarichi di Direttore sanitario, amministrativo e socio-sanitario, -recita la nota- le regioni attingono agli altri elenchi regionali già costituiti. Fermi restando, comunque, i requisiti previsti dall’art.3, comma 7 della legge 502/1992.”
Che sono questi: per i Direttori sanitari, età non superiore ai 65 anni, laurea in medicina e aver svolto per almeno cinque anni attività di direzione tecnico-sanitaria in strutture di medie o grandi dimensioni. Per i Direttori amministrativi laurea in materie giuridiche o economiche, limite anagrafico dei 65 anni e almeno un quinquennio con compiti di direzione tecnica o amministrativa.
Solo all’Ares sarebbe stato nominato un direttore amministrativo in pianta stabile, mentre nelle altre Aziende sarebbero tutti facenti funzioni senza i requisiti di legge e anche i tredici direttori sanitari sarebbero nella stessa pericolante situazione.