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INSULARITA’ – Appello in Sardegna per la fase due

Michele Cossa sui risultati della commissione: "Diventi caso nazionale"

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Da un anno è un principio costituzionale, inserito nel nuovo articolo 119, ma il riconoscimento degli svantaggi derivanti dall’insularità in Sardegna rischia di restare lettera morta.

 

“Dopo un anno dall’approvazione non è stato fatto alcun passo in avanti, serve una nuova mobilitazione – è l’appella lanciato da Michele Cossa (Riformatori), presidente della commissione speciale per l’Insularità del Consiglio regionale -: è questa la grande sfida dei sardi per i prossimi mesi e deve essere il primo impegno dei candidati al governo della Regione”.

 

“È ora di dare avvio alla ‘fase due’: una seconda mobilitazione, come avvenuto quando la norma stava facendo il suo percorso istituzionale perché non si può più accettare passivamente la condanna ad essere perennemente un territorio in ritardo di sviluppo”, ha spiegato Cossa illustrando i risultati del lavoro della commissione speciale, che terminerà il suo mandato allo scadere della legislatura.

 

Risultati che comprendono i dati degli studi commissionati in questi quattro anni, già noti ma sempre indicativi, su quanto il divario causato dalla condizione insulare pesa sul milione e mezzo di sardi: un costo medio di circa 5.700 euro pro capite all’anno (con un intervallo di confidenza al 95 per cento compreso tra circa 3.800 e 7.600 euro), per un totale di circa 9,4 miliardi di euro, più o meno un quarto del Pil dell’Isola.

 

“L’inserimento del principio di insularità in Costituzione è stato un successo ma deve essere considerato solo un punto di partenza – ha ribadito Cossa -.

 

 

(Ansa)

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