È sulle piattaforme social, al contrario del mainstream delle principali testate, che si può misurare il reale termometro del sentiment popolare e dove si sprecano migliaia di commenti sarcastici, di ironia e molto spesso di autentica rabbia dopo la new diffusa dal Governo che ha deciso di erogare, una tantum e solo a fine gennaio 2025, cento euro (lordi!) in busta paga per i redditi al di sotto dei 28 mila annui e con un figlio a carico.
I cittadini sono sempre più esasperati da rincari e balzelli che di fatto hanno eroso notevolmente il potere d’acquisto e si trovano a dover fronteggiare un’inflazione che in alcuni casi, come quella sulle bollette energetiche aumentate anche del 200%, è non solo ingiustificata, ma appare quasi come una precisa strategia finanziaria per indebolire i risparmi degli italiani.
Nel 2023 i depositi bancari in Italia sono infatti calati di ben 43 miliardi di euro.
Una cifra record, che dimostra come sempre più si faccia ricorso ai risparmi per far fronte al caro-vita.
“Con una mano ti danno il bonus una tantum di 100 euro e con l’altra mano ti tolgono l’esonero contributivo di circa 1.200 euro annue, scrive Marina. Poi c’è aumento iva su molti articoli e accise stabili”
Ed ancora, “per monologhi, annunci e marchette elettorali Giorgia Meloni potrebbe ambire all’Oscar per la recitazione.
Peccato sia pagata per fare altro e i risultati siano imbarazzanti.”
“Lecchinaggio, sono 60 euro netti una tantum a fine gennaio 2025, e devi avere il figlio a carico. È solo campagna elettorale, i polli abboccheranno”, commenta Antonio.
“Sono più generosi al Conad con la raccolta dei bollini!” è il commento sarcastico di Noemi.
“Praticamente per avere due spicci in più devi comunque rispettare una serie di parametri come avere dei figli a carico ed un reddito da fame. Il ceto medio non viene minimamente calcolato come al solito. E nemmeno realmente i destinatari di questo provvedimento, cioè le famiglie o i lavoratori veramente in difficoltà, dato che trattandosi di una tantum queste persone si potranno al limite permettere di fare una spesa in più in un anno”, scrive Antonio.
Che aggiunge: “Ma dove sono le riforme strutturali? Quelle che dovrebbero veramente far ripartire i consumi, la ricchezza, il potere d’acquisto, il mercato immobiliare? Ci sono stipendi che sono fermi da decine di anni (da prima dell’euro), con un costo della vita quasi raddoppiato e che aumenta ogni anno, mutui inaccessibili, pressione fiscale e tasse martellanti.
Il governo del nulla. L’ennesimo.”
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