CAGLIARI > “Oggi facciamo un ulteriore passo avanti in un’impresa titanica: la realizzazione della collana Acta curiarum Regni Sardinae, progetto storico e culturale grandioso e unico, che ha ricevuto importanti riconoscimenti nazionali e internazionali per la sua ampiezza, per i suoi ambiziosi obiettivi e per il grado di completezza che aspira a raggiungere. Anche in altri Paesi è stato fatto il tentativo di raccogliere gli atti degli antichi Parlamenti, ma possiamo affermare con una punta di orgoglio, che solo la Sardegna ha saputo arrivare a questo punto,”
Lo ha affermato Michele Cossa, presidente del Comitato scientifico degli Acta curiarum, nel corso della presentazione in Consiglio regionale dei due tomi del XV volume “Il Parlamento del viceré Giovanni Vivas (1624)”, a cura di Alessandra Argiolas e di Antonello Mattone.
L’opera abbraccia un arco temporale che parte dalla prima assemblea generale, convocata dal re Pietro IV il Cerimonioso nel 1355 e arriva fino alla rivoluzione del 1793-96.
Il lavoro svolto dai curatori in questi quasi quarant’anni è stato assolutamente encomiabile. Hanno unito e riordinato tutti questi documenti in un’operazione tutt’altro che agevole, se si tiene conto che stiamo parlando di un contesto spesso assai lacunoso. La Collana prevede la pubblicazione integrale di una mole impressionante di materiale originale, articolato in 24 volumi, di cui 23 di documenti, per un totale di 32 tomi. Ai 16 volumi già pubblicati, e consultabili online nel sito del Consiglio regionae, si aggiungerà all’inizio del prossimo anno il Parlamento del viceré Vivas (1624) curato dal Prof. Antonello Mattone, e altri tre vedranno la luce entro questa legislatura.
“Un’opera unica di grande rigore scientifico. Sono orgoglioso che questo progetto sia quasi completato”, ha dichiarato il Presidente del Consiglio regionale Michele Pais in apertura lavori.
“L’esigenza di pubblicare questa collana, arrivata quasi a conclusione, rispecchia – ha aggiunto Pais – un’esigenza forte di conoscere le nostre radici, di riscoprire il lungo e difficile cammino attraverso il quale si è formata la nostra identità di popolo.
Da qui anche la scelta del Consiglio regionale di diffondere queste opere a tutti, attraverso la distribuzione dei volumi alle biblioteche, alle Istituzioni , al mondo accademico e agli studiosi, ma anche ai semplici appassionati che possono, collegandosi al sito del Consiglio regionale, consultare tutti i volumi in formato digitale”.
“Nei documenti e nelle vicende del parlamento Vivas (viceré spagnolo della Sardegna agli inizi del ‘600) è possibile trovare la tracce di quel “patriottismo sardo” che, nelle epoche successive, svilupperà la sua azione rivendicativa e autonomistica sia nei confronti della Monarchia spagnola che verso quella Sabauda – ha affermato nella sua relazione il prof. Giangiacomo Ortu, dell’Università di Cagliari, secondo il quale “il viceré Juan Vivas si è trovato nella difficile posizione di dover conciliare il centralismo imperiale spagnolo più intransigente con un certo realismo della componente aragonese della monarchia.
“Per cui, ha aggiunto Ortu, con la necessità di mostrarsi coerente alla linea più rigorista, il viceré non riuscì in concreto a trovare la “quadratura del cerchio”, sia sullo sviluppo dell’agricoltura che in materia di difesa, con una “flotta Sarda” che doveva garantire la vigilanza sulle coste. E si trovò a dover fronteggiare una forte opposizione interna, anche se spesso divisa da localismi ed esposta a strumentalizzazioni. E da sostenitore della “ragion di Stato”, provò a forzare la mano (a volte con intelligenza, a volte con le cattive) scontentando alla fine un po’ tutti e, soprattutto, non riuscendo ad attuare le sue proposte, se non molto parzialmente.”
“Dal punto di vista programmatico quindi, ha detto ancora il prof. Ortu, l’esperienza di governo del viceré Vivas, non ha raggiunto i risultati che si prefiggeva. Ha avuto però il merito, sia pure indirettamente, di rilanciare grandi temi politici che saranno ripresi più tardi: rapporti fra monarchia e rappresentanze istituzionali locali, relazioni fra la stessa monarchia e categorie produttive, gerarchia delle fonti giuridiche.”
Le complicate oscillazioni di Vivas sono state al centro della relazione del prof. Aurelio Musi dell’Università di Salerno.
Musi ha sostanzialmente ricondotto le mancate realizzazioni di Vivas alla sua scelta di schierarsi con una delle parti un causa, perdendo con la sua funzione di “arbitro” anche il consenso necessario a far passare i provvedimenti così come li aveva immaginati.
“La Sardegna della dominazione spagnola, da questo punto di vista, faceva parte di un’area mediterranea che stava molto a cuore al sistema imperiale, sia per questioni di difesa che per interessi economici e commerciali. E tutti i viceré della Penisola, ha sottolineato Musi, erano in qualche modo parte di una “rete” espressione di una unica catena di comando che doveva assicurare il rispetto degli obiettivi dei vertici di Madrid in tutte le sue zone d’influenza.”