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Tensioni Globali e Ristrutturazioni Strategiche: Iran, Ucraina e Cina sotto i Riflettori

NOTIZIE DAL MONDO - Un riepilogo ragionato delle notizie del mondo

Notizie dal Mondo

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Di Nicola Rubiu

IRAN, AL VIA ESERCITAZIONI MILITARI DIFENSIVE

 

In una situazione in perenne stato di tensione tra Iran e Stati Uniti, Teheran ha dato l’avvio a nuove esercitazioni aeree al di sopra dei suoi siti nucleari ritenuti dagli apparati della difesa altamente sensibili, in quanto potenziali target da parte di attacco nemico. Non a caso quest’ultima esercitazione ha preso luogo all’interno di una più ampia strategia di difesa volta a testare la capacità di risposta militare iraniana, soprattutto intorno a due luoghi chiave, di cui la televisione di stato ha mostrato pubblicamente le immagini, ossia l’impianto di arricchimento dell’uranio di Fordow e il reattore ad acqua pesante di Khondab, nel distretto di Arak, impiegando tra i vari mezzi a disposizione anche batterie missilistiche, radar avanzati e strumenti di guerra elettronica. A pochi giorni dall’insediamento di Donal Trump alla Casa Bianca Teheran non può permettersi passi falsi o disattenzioni: ricordando infatti i primi quattro anni di presidenza del tycoon, intrisi di parole forti e di disprezzo da parte appunto dell’americano verso l’avversario sciita in Medio Oriente, l’Iran preferisce agire attraverso azioni preventive, anche sapendo che lo stato di tensione nella regione viene fomentato sia all’interno che all’esterno, in primis ovviamente nei confronti di Israele, tanto dai pasdaran quanto da attori terzi, come Hamas, guidati appunto da Teheran. In un’analisi sul contesto pubblicata mercoledì scorso si anticipava che l’Iran sta rafforzando le proprie capacità difensive. Il portavoce dei Guardiani della Rivoluzione (IRGC) ha dichiarato che la produzione di missili non si è mai interrotta e che i sistemi di difesa aerea iraniani sono completamente operativi e aggiornati. Inoltre, una fonte con accesso a informazioni sugli sviluppi militari nella regione riferiva che nuove e sconosciute difese aeree sono state dispiegate nei pressi di obiettivi sensibili, un segnale che l’Iran potrebbe aver introdotto nuovi sistemi per proteggere le sue installazioni nucleari da eventuali attacchi.

 

UE, AL VIA FONDI PER RICOSTRUZIONE UCRAINA

 

Dopo il G7 tenutosi a giugno 2024 presso Borgo Egnazia, sono stati licenziati da parte della Commissioni europea sotto la guida di Ursula Von Der Leyen i primi fondi in favore della ricostruzione postbellica dell’Ucraina, precisamente 3 miliardi, a cui seguiranno verso la fine dell’anno altri 15. Trattandosi di un prestito Bruxelles ha pertanto voluto precisare che “garantirà la stabilità macroeconomica e offrirà la possibilità di ripristinare le infrastrutture critiche distrutte dalla Russia, come quelle energetiche, i sistemi idrici, le reti di trasporto, strade e ponti. Inoltre, il prestito può essere utilizzato dall’Ucraina come sostegno diretto alle proprie spese militari. Allo stesso tempo, stabilizzando le finanze pubbliche, questo aiuto finanziario consentirà all’Ucraina di assegnare risorse ad altre spese prioritarie, comprese le infrastrutture di difesa militare contro l’aggressione russa”. Si tratta quindi di quasi 134 miliardi di aiuti forniti da Ue, Stati membri e istituzioni finanziarie per sostenere lo sforzo bellico ucraino e la sua economia, anche per garantire il funzionamento dei servizi di base e la ricostruzione stessa del paese. Di fondamentale importanza è però il meccanismo alla base del prestito stesso: dal momento infatti che Kiev non è capace di onorarlo in quanto stato tecnicamente fallito a causa della guerra e già povero prima che il conflitto scoppiasse nel 2022, non verrà ripagato dal governo ucraino bensí i suoi creditori si rifaranno sui beni russi immobilizzati tramite le sanzioni. Invece per quanto riguardo il tempo di erogazione, i prossimi fondi dovrebbero essere previsti tra marzo e novembre e dovrebbero ammontare a un 1 miliardo al mese (per un totale di 9 miliardi), mentre verso la fine di questo anno Kiev potrebbe già vedere i rimanenti 6 miliardi.

 

USA, CINA AL CENTRO DI NUOVE RESTRIZIONI

 

Gli ultimi documenti firmati dal presidente uscente Joe Biden riguardano la competizione con la Cina e sono volti a bloccare il trasferimento di knowhow in favore della Repubblica Popolare. Per quanto si tratti di regolamenti già avviati tempo prima, questi restanti sono di particolare importanza dal momento che intendono impedire che pure paesi terzi possano appropriarsi della tecnologia americana, magari per poi rivenderla alla stessa Cina. Si tratta, come ha sottolineato l’agenzia Axios, dell’ultimo colpo dell’amministrazione Biden al settore dell’Intelligenza Artificiale cinese, considerato da Washington come una minaccia: tanto che anche ai paesi che fiancheggiano Pechino vanno applicate le medesime restrizioni. La paura per l’amministrazione americana è infatti che Pechino possa continuare, come ha fatto in questi ultimi anni, a sfruttare i punti di forza di Washington per alimentare e perfezionare la sua capacità militare. In questo senso, la norma creerà un nuovo sistema globale di licenze per le esportazioni di tecnologie di Intelligenza Artificiale più avanzate; sarà quindi possibile esportare liberamente verso 20 nazioni alleate, ma a costo di specifiche restrizioni per paesi considerati non alleati, mentre sarà proibita del tutto la vendita di tecnologia a quelli ostili agli Stati Uniti. “Se i controlli dovessero essere congelati dalla nuova amministrazione, la Cina accumulerebbe ingenti quantitativi di hardware statunitense e cercherebbe di installare strutture di elaborazione remota in paesi terzi”, rileva Axios

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