Quello della burocrazia in Sardegna è un fardello scomodo, soffocante.
La maggior parte dei bandi, concorsi, provvedimenti e atti, sono ostacolati e spesso bloccati da leggi, leggine, cavilli, decreti, interpretazioni, regolamenti, formulari e riforme.
E’ quanto emerge dal report sul “Peso della burocrazia nell’Isola”, realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna che, attraverso i dati della Commissione Europea e dell’Agenzia per la Coesione Territoriale, ha analizzato il peso dei processi gestionali della Pubblica Amministrazione su imprese e cittadini.
Nella classifica nazionale la Sardegna è al 6 posto per peso della burocrazia dopo Sicilia, Calabria, Campania, Basilicata e Puglia. Il dossier ha analizzato sette indicatori di pressione: tempi della giustizia civile e di quella tributaria, pagamento degli enti pubblici, lunghezza delle code in uffici che erogano servizi, durata delle opere pubbliche, corruzione ed assenteismo per malattia dei dipendenti pubblici.
I numeri dell’Isola parlano chiaro: 3.806 giorni per arrivare al termine di un processo tributario e 1.378 per vedere la conclusione di uno civile, 65 per essere pagati dalla pubblica amministrazione (fino pochi anni fa si poteva arrivare anche a 36 mesi), 4 anni e mezzo, in media, per completare un’opera pubblica.
L’esempio lo danno le opere pubbliche nell’Isola: il 53,3% dei giorni necessari per realizzarne una è occupato dai “tempi di attraversamento”, dati dall’intervallo temporale che intercorre tra la fine di una fase e l’inizio della fase successiva, riconducibili prevalentemente ad attività amministrative necessarie per la prosecuzione del percorso attuativo di un’opera.
Quindi, più della metà del tempo le imprese lo trascorrono “in attesa” dei passaggi burocratici. Le fasi sono quelle di progettazione: preliminare, definitiva ed esecutiva; affidamento.
Di conseguenza solo 44,7% del tempo è impiegato nella fase di effettivo realizzo dei lavori.
Ogni giorno, le imprese devono sottrarre tempo al lavoro per districarsi nel labirinto di migliaia di atti normativi.
E il conto è salatissimo: in media circa 7mila euro a impresa, secondo calcoli nazionali di 3 anni fa.
“La burocrazia è un vero costo occulto cui i nostri imprenditori devono sottostare ogni giorno “- denuncia Antonio Matzutzi, presidente di Confartigianato Imprese Sardegna.
Per questo Confartigianato Sardegna aspetta con trepidazione, l’annunciata iniziativa del Governo che, attraverso un pacchetto di misure contro i capestri che frenano le imprese, l’edilizia, e l’artigianato, interverrà su autorizzazioni, modulistica, riduzione dei tempi, silenzio-assenso a beneficio delle attività produttive, semplificazione dello Sportello Unico Attività Produttive (Suap) e dello Sportello Unico Edilizia (Sue). “
Ogni intervento volto alla semplificazione della burocrazia è un passo avanti per la crescita e lo sviluppo dell’Isola – ha commentato Daniele Serra, Segretario Regionale di Confartigianato Sardegna – se poi è rivolto anche all’artigianato e alle Pmi, che rappresentano il cuore pulsante della nostra economia, a beneficiarne sarà tutta la comunità”.
Lo snellimento delle procedure burocratiche è uno dei target affidati dal PNRR al dicastero della Pubblica amministrazione.
L’obiettivo finale è quello di arrivare allo sfoltimento e alla semplificazione di ben 600 procedure entro il 2026, l’anno entro cui il Piano dovrà essere completato.
Il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo ha dato mandato ai suoi uffici di procedere con degli step intermedi. A breve, saranno definite circa 30 procedure di semplificazione amministrative.
Ma si tratterà solo del primo passo. Entro la fine dell’anno l’intenzione è di portare il numero delle procedure semplificate fino a 100.
“Snellimento dunque per la pubblica amministrazione – prosegue Serra – e risparmio di tempo e denaro per le imprese”.