TORTOLI’ > Verso la fine del XVIII secolo, i sindaci del Giudicato d’Ogliastra iniziarono a chiedere la separazione della regione dell’Ogliastra dall’arcidiocesi di Cagliari in quanto l’arcivescovo, a causa della lontananza dal capoluogo sardo, visitava raramente i paesi dell’Ogliastra.
I sindaci proposero un’istanza al Regio Consiglio perché si facesse carico della situazione dell’Ogliastra, proponendo come residenza vescovile Tortolì dove si trovavano gli uffici governativi.
Con la Bolla “Apostolatus Officium” Papa Leone XII l’8 novembre 1824, istituì la diocesi d’Ogliastra come circoscrizione vescovile autonoma fissandone la sede a Tortolì che venne affidata al Provinciale dei Cappuccini di Sassari, Padre Serafino Carchero, consacrato nella Cattedrale di Cagliari il 24 febbraio 1825.
Il palazzo nobiliare della famiglia Quigini, un edificio su tre piani con una cubatura di 5mila metri e un’area verde di 4mila e 500 metri quadri, costruito nel corso del 700, ospitò la Curia fino ai primi del 900.
Successivamente cadde in rovina.
Grazie a un protocollo di intesa tra il ministero della Cultura, la Regione e la Diocesi, che hanno investito rispettivamente 1milione e 200 mila euro, 900mila e 150mila euro, l’ex Episcopio tornerà a nuova vita e diventerà un importante centro culturale polivalente.
Del resto, a tre anni dall’inizio, i lavori per il recupero del palazzo procedono celeri; l’auspicio è quello di concluderli entro il 2024.
La scorsa settimana, nell’Auditorium Fraternità sono stati presentati i primi risultati dell’intervento di restauro. “La ristrutturazione – ha sottolineato il vescovo di Nuoro e Lanusei, monsignor Antonello Mura – sta permettendo di unire memoria storica e futuro, con la Diocesi che si fa garante di offrire e gestire spazi culturali, sia per la sua attività che nel contribuire a quella del territorio”.
La segretaria regionale del ministero della Cultura per la Sardegna, Patricia Olivo ha spiegato: “A oggi sono stati eseguiti tutti gli interventi di consolidamento poiché c’erano stati crolli importanti anche a livello delle coperture. L’ex Episcopio è stato recuperato nelle sue strutture e nelle sue forme, con particolare attenzione ai suoi spazi distintivi come la torretta (altana) in cima alla struttura”.
L’ex Episcopio al piano terrà ospiterà uno spazio museale dedicato alla storia dell’edificio e del territorio, una sala conferenze e spazi dedicati alla gestione e all’accoglienza.
Al primo piano si potrà visitare l’appartamento del Vescovo Monsignor Virgilio e ammirare la cappella privata con l’altare di fine ‘800. L’ultimo piano e la torretta saranno destinati a foresteria.
All’esterno è stata scoperta una cisterna ipogea di profondità di 11 metri nella quale confluivano le acque piovane di raccolta dalle coperture e le acque di falda e dove è presente anche un sistema di sollevamento meccanico.
L’architetto Patricia Luciana Tomassetti che con il collega Gianluca Zini cura i lavori per il ministero, ha affermato: “Restituiremo al territorio un importante esempio di palazzo nobiliare non comune in quest’area, che si è fatto portatore di un notevole valore culturale. La speranza è che a conclusione degli interventi sull’edificio, i ricercatori studino l’ex Episcopio e riportino alla luce la sua storia”.