BITTI > Per i Bittesi, ma non solo, uno degli appuntamenti spiritualmente più sentiti è senz’altro la novena e la festa della Santissima Annunziata.
Il santuario campestre dedicato alla Beata Vergine, chiamato localmente s’Annossata, è situato nel territorio del comune di Bitti, a circa 30 chilometri dal centro abitato, al confine con quello di Lodè.
La secolare tradizione vuole che il culto della Madonna sia stato introdotto in queste zone dai Pisani, che in epoca medievale dominavano il territorio.
Ma tutta la zona è ricca di antichi insediamenti, molti risalenti all’età nuragica e numerosi sono i resti appartenenti a culti pagani.
Il santuario dell’Annunziata è un agglomerato di costruzioni dove alloggiano i novenanti, “sas cumbessias”, tipologia architettonica abbastanza diffusa nei luoghi di culto in Sardegna; si veda ad esempio il borgo di San Salvatore di Sinis o il magnifico santuario campestre di San Cosimo a Mamoiada.
Ma la caratteristica interessante dell’Annunziata di Bitti è il loro numero.
Sono così numerose che il villaggio appare ai visitatori come un borgo autenticamente abitato in tutti i mesi dell’anno, anziché solamente nel periodo della festa, durante la quale non di rado arrivano a risiedervi centinaia di persone.
Bisogna peraltro riconoscere che il santuario emana un fortissimo fascino anche quando è disabitato e una visita al di fuori del periodo della novena è pienamente giustificata e consigliata.
Fu fondato dall’allora pievano di Bitti, Antonio Canopolo, che resse la parrocchia dal 1585 al 1588.
Nel 1621 fu restaurato ed esattamente un secolo più tardi, nel 1720 Michelangelo Serra vi edificò la nuova chiesa.
Lo stile è il barocco, e all’interno vi è una singola navata con quattro campate.
L’altare risulta rialzato rispetto al piano principale e al di sopra di esso, dentro una nicchia, si trova il gruppo scultoreo in legno della Vergine, con al suo fianco un angelo e una piccola colomba bianca nella parte superiore.
Fu Francesco Saverio Maria Felice Castiglioni, pontefice con il nome di Papa Pio VIII, che vi inserì il privilegio di diritto d’asilo e di immunità ai ricercati della giustizia.
E difatti, da allora, la devozione dei Bittesi verso s’Annossata è qualcosa di straordinario, di mistico, che travalica i codici comportamentali abituali, sia religiosi che laici.
In quel luogo, “s’adde” -la valle, come viene chiamato con devozione- tutti si sentono come fratelli e all’interno dei confini del tempio consacrato i torti e gli atriti devono essere dimenticati e la comunità convive pacificamente.
La novena inizia di regola il secondo venerdì di maggio e si conclude due domeniche successive, giorno della festa della Madonna.
Sono tantissimi i pellegrini che per devozione vi si recano percorrendo il tragitto a piedi, partendo dal centro abitato di Bitti e attraversando l’altopiano di Mamone, a circa 900 metri slm.
La tradizione vuole che al loro arrivo nel santuario, dopo aver reso omaggio alla Beata Vergine, vengano accolti e rifocilati presso il comitato promotore la festa.
La vigilia della festa principale è caratterizzata dall’arrivo di un nutrito gruppo di fedeli a cavallo, partiti dal piazzale della chiesa della Madonna del Miracolo, nel rione di Gorofai a Bitti dove vengono benedetti dal parroco del paese.
Giungono nel santuario al pomeriggio, dopo aver percorso un territorio ameno e ricco di fascino.
Il loro ingresso all’Annunziata è uno dei momenti più attesi e sentiti dell’intera novena.
Un altro appuntamento, degno di essere menzionato per la sua bellezza fotografica e per il suo intrinseco e profondo significato spirituale, è la processione con la fiaccolata che si svolge la sera del venerdì precedente la festa.
Centinaia di torce, tenute in mano da una miriade di fedeli in preghiera, illuminano il percorso che delimita i confini del santuario.
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