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MEDICINA E AMBIENTE – “Arrdia”, progetto internazionale per curare malattie respiratorie

✅ Roberto Cherchi: "Un team di ricercatori per aiutare i lavoratori che inalano sostanze tossiche"

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Di Paqujto Farina

CAGLIARI > Asbestos related respiratory diseases in industrial area (Arrdia) ovvero Malattie respiratorie legate all’amianto nelle aree industriali, è il progetto che un team di ricercatori sta portando avanti con grande successo per aiutare i lavoratori che inalano sostanze tossiche.

 

Dal 1 ottobre scorso a capo dell’equipe medico-scientifica c’è Roberto Cherchi, già primario di Chirurgia toracica all’Oncologico di Cagliari. Con lui uno staff di eccellenze mediche, Laura Riva, Massimiliano Santoru, Matteo Pinna Susnik, Paolo Albino Ferrari, Sabrina Sarais, Alessandro Murenu, Francesco Corda e Giulia Grimaldi.

“Una squadra che negli anni in cui sono stato primario – sottolinea Cherchi – non ha mai avuto un contenzioso medico legale, e oggi, con le situazioni di cui si sente parlare, è veramente una cosa eccezionale.”

 

Il progetto Arrdia è patrocinato dall’Assessorato regionale della Programmazione e dal Crs4, a completamento di un percorso nato due anni fa che ha avuto un fondamentale sostegno dalla precedente Giunta regionale e dall’allora Assessore Giuseppe Fasolino; impegno ulteriormente confermato dall’attuale Assessore, Giuseppe Meloni.

 

¨Siamo partiti con un reparto che ha fatto 146 interventi l’anno e oggi supera i 430 -dice Roberto Cherchi-. La parte amministrativa è migliorata del 340 per cento, passando da 800mila a tre milioni di euro. Direi che i dati sono interessanti! E ne sono orgoglioso perché nell’ultimo ranking della Società italiana di Chirurgia toracica siamo al decimo posto in Italia”.

 

“Il progetto, nato nel mio reparto, è legato all’ambiente e alla biomedicina, settori di cui mi sono sempre occupato -aggiunge Cherchi -. Provengo dal Sulcis, un’area della Sardegna che ha avuto un impatto, da questo punto di vista, fortissimo. Luoghi dove un tempo si viveva di miniere e industria. La ragione per cui si è arrivati a fare questo progetto, sta proprio nell’impegno verso i lavoratori che sono stati esposti all’inalazione di sostanze tossiche.”

 

“Oggi raccogliamo le scorie e subiamo i danni che sono rimasti nelle varie aree dell’isola, specie nel Sulcis Iglesiente – ha aggiunto Cherchi -. A breve stipuleremo una convenzione perché possano entrare a far parte del progetto anche le Università di Cagliari e Milano ed il Crs4. In Sardegna c’è ancora troppo amianto da bonificare. E sbaglia chi pensa che il problema interessi solo i lavoratori dell’industria”

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