CAGLIARI > È stato presentato “Accoglienza 2.0”, progetto dell’Università di Cagliari in collaborazione con la software house Arionline e l’Ente di formazione Sapientia,
Finanziato dalla Regione Autonoma della Sardegna, gestirà le fasi critiche e di accoglienza dei flussi migratori grazie ad una piattaforma software Cloud, attiva nel web.
A regime potrà memorizzare tutti gli eventi che riguardano la vita dei migranti, gestire i processi e gli iter e archiviando digitalmente tutti i documenti correlati e le comunicazioni tra i diversi Enti Pubblici territoriali coinvolti nella gestione: Comuni, Provincie, Regione, ASL, Prefetture, Forze dell’ordine e anche, ovviamente, Centri di accoglienza insieme ad Associazioni ed organismi del terzo settore e del volontariato che operano nel sociale.
Le principali peculiarità dell’interessante progetto sono state presentate durante un convegno presso l’Università di Cagliari al quale è intervenuta l’Assessore regionale al Lavoro Ada Lai, il prefetto Dott. Giuseppe De Matteis, già direttore dell’ufficio Migrazioni del Ministero dell’interno, i rappresentanti della Questura e della Legione Sardegna dei Carabinieri, del Presidente del Corecom Sardegna dott. Sergio Nuvoli, dei procuratori della Repubblica dei Tribunali per i Minorenni di Cagliari e Sassari, dei rappresentanti dell’ordine degli Avvocati di Cagliari, della Caritas e delle Associazioni degli stranieri, oltre agli studenti universitari e altri rappresentanti delle diverse istituzioni pubbliche coinvolte.
L’obiettivo che si pongono gli ideatori è quello di creare una rete per lo scambio di informazioni coinvolgendo la pubblica amministrazione, il terziario sociale e la società civile tale da agevolare il processo di integrazione e accoglienza dei migranti.
Secondo il docente universitario Carlo Pilia, responsabile scientifico del progetto “Accoglienza 2.0”, “c’è bisogno di prevedere un vasto coinvolgimento di tutti gli “stakeholder”, i portatori di interesse, operanti in tutti i campi legati all’accoglienza e all’integrazione delle persone migranti, prevedendo anche la formazione di nuove figure professionali con opportuno background, dai medici e operatori sanitari, agli assistenti sociali e agli addetti ai servizi alla persona, dai mediatori culturali e linguistici, arrivando fino ai tecnici che operano nell’edilizia o a quelli che integrano i processi informatici pubblici e ai referenti esterni alla PA appartenenti ad organismi No-profit e del terziario sociale”.
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