CAGLIARI > Secondo le stime di Confagricoltura Sardegna, peseranno per decine di milioni di euro sui bilanci del settore agroalimentare le nuove tariffe che subiranno un aumento forzato dopo l’introduzione della nuova tassa ETS “Emmission Trading Sistem”, imposta dall’Unione Europea alle compagnie marittime che non si sono adeguate, secondo quanto normato da Bruxelles nel 2003 e aggiornato nel 2023, alle politiche di contenimento sulle emissioni di gas inquinanti da CO2″.
L’early warning è stato lanciato durante una conferenza stampa convocata per denunciare le sempre più crescenti ed insostenibili difficoltà del settore agricolo.
All’incontro con la stampa hanno partecipato il presidente e il direttore di Confagricoltura Sardegna, Stefano Taras e Giambattista Monne, il presidente di Confagricoltura Oristano e imprenditore risicolo Tonino Sanna, il presidente regionale della sezione vitivinicola di Confagricoltura e direttore generale di Sella & Mosca, Giovanni Pinna, e Gavino Nieddu, direttore generale della Cao Formaggi (cooperativa di produzione pecorini).
A parere dei rappresentanti dell’associazione di categoria il nuovo balzello comunitario creerà una fluttuazione dei prezzi a cascata, incidendo in primis sui biglietti per le aziende del trasporto su gomma e poi sui prezzi di vendita dei beni agroalimentari per le imprese che producono e trasformano in Sardegna. In particolare per le aziende produttrici di riso, si stima un rincaro delle spese tra l’8 e l’11%, con una perdita per le imprese di circa 300 euro a ettaro.
Per quanto riguarda le aziende vinicole l’incremento dei costi è valutato sopra il 6%, mentre per il comparto del formaggio, che ha già dovuto sopportare nel 2024 aumenti delle spese tra il 5 e il 12%, con il nuovo anno si stima che dovrà far fronte a un ulteriore +10% di costi.