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BUDDUSO’ – Addio alla Zona Economica Speciale. L’opposizione: “Scelta sciagurata”

La ZES ritorna al consorzio di Olbia. Salvatore Marrone: "Scellerato immobilismo amministrativo"

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BUDDUSO’ > La ZES (Zona Economica Speciale) ritorna al Consorzio industriale di Olbia.

 

Con un voto espresso a maggioranza, con la ferma contrarietà dei consiglieri di opposizione, l’amministrazione comunale ha firmato l’accordo che di fatto esclude i terreni del Comune di Buddusò.

 

“Non vogliamo essere complici di questa scelta sciagurata e dannosa”, si legge in una indignata nota stampa degli esponenti l’opposizione, diffusa dopo l’ultimo Consiglio comunale durante il quale, con un’inaspettata decisione politica, l’amministrazione che guida Buddusò ha firmato un accordo con il Consorzio Industriale di Olbia.

 

Mentre la maggioranza ha appoggiato questa decisione, votando a favore del punto all’ordine del giorno, la minoranza ha espresso un voto contrario forte e chiaro, definendo tale scelta come “scellerata, rifiutandosi di essere complici di questa sciagurata decisione”.

 

La controversia è emersa a causa di un vincolo di natura idrogeologica (Hi4) che pesa su gran parte delle aree coinvolte nel polo industriale consortile di sviluppo artigianale del Comune di Buddusò.

 

L’accordo siglato tra i due enti stabilisce che il territorio di Buddusò non può ospitare la ZES Sardegna a causa di un vincolo idrogeologica (Hi4) sulle aree del polo consortile.

 

L’accordo prevede che il Cipnes escluda temporaneamente il comune, consentendo la ridefinizione successiva dopo le opere di messa in sicurezza.

 

Ma per la minoranza si tratta di un addio definitivo, che non andava assolutamente avvallato dall’attuale amministrazione, accusando la stessa di aver perso tempo in questi anni e soprattutto un’importante opportunità di sviluppo economico per il Comune di Buddusò.

 

Le critiche e le lamentele della minoranza hanno trovato riscontro nel voto contrario al provvedimento, che è stato visto come una scelta a discapito del benessere della comunità.

 

Il sindaco, Massimo Satta, ha cercato di giustificare la situazione, attribuendo il problema del dissesto idrogeologico agli anni della vecchia amministrazione.

 

Tuttavia, la minoranza ha respinto tale spiegazione, sostenendo che “l’attuale amministrazione avrebbe avuto ampie opportunità di intervenire fin da subito, come spesso sollecitato dai consiglieri di opposizione”.

 

Anche perché la ZES in Sardegna è stata istituita e attivata nel 2021, ma già nel 2020 erano emerse possibilità di includere il Comune di Buddusò, grazie al lavoro propedeutico di mediazione svolto dalla vecchia amministrazione con il CIPNES.

 

“Già dal 2020, anno del nostro insediamento come minoranza, e per tutti gli ultimi tre anni, abbiamo sollevato ripetutamente negli anni scorsi in varie sedute del Consiglio questa problematica,” ha dichiarato il capogruppo di minoranza, Salvatore Marrone, della componente “Per Buddusò”.

 

“Abbiamo instancabilmente richiesto all’attuale amministrazione di adottare ogni misura necessaria per affrontare la questione della mitigazione del rischio idrogeologico nel polo industriale di Buddusò -ha proseguito Marrone-.

Successivamente nel 2021, infatti, il Governo ha definitivamente istituito le Zone Economiche Speciali in Sardegna e a quel punto la nostra preoccupazione è stata ancora maggiore, chiedendo ripetutamente all’amministrazione di procedere alla mitigazione del rischio idrogeologico, con la paura che ciò potesse causare un eventuale esclusione del territorio di Buddusò dalla ZES. Cosa che alla fine, purtroppo, si è verificata”.

 

“Eravamo stati rassicurati dal fatto che il comune avrebbe partecipato a un bando da un milione di euro, con l’obiettivo di mettere in sicurezza il terreno dall’instabilità idrogeologica. Ma a quanto ti pare tutto si è concluso in un nulla di fatto -ha proseguito Marrone-. C’è chi farebbe qualsiasi cosa per avere una Zona Economica Speciale nei propri territori comunali , mentre noi l’avevamo e ce la siamo fatta portare via a causa della immobilismo amministrativo e senza opporre nessuna resistenza.”

 

“L’istituzione delle ZES è stata una possibilità concreta per attrarre investimenti stranieri e nazionali, creando nuove opportunità occupazionali e promuovendo lo sviluppo economico territoriale, grazie a incentivi fiscali, agevolazioni e infrastrutture dedicate ricadenti un quel determinato territorio, una sorta di zona franca per intenderci.

La decisione di escludere i terreni del Comune di Buddusò è un colpo devastante per la nostra comunità e per il futuro delle nuove generazioni”.

 

Molto critico il consigliere di opposizione Pier Paolo Sanciu: “Quando si amministra è fondamentale stabilire delle priorità e agire di conseguenza -ha affermato l’esponente politico-. La messa in sicurezza del polo industriale, con l’obiettivo di identificare e installare successivamente la ZES, rappresentava la principale priorità per la nostra comunità.

Questa strategia doveva ricevere l’attenzione prioritaria in termini di risorse finanziarie e tecniche da parte degli amministratori, proprio in vista dell’istituzione della ZES . Purtroppo, tale approccio non è stato attuato e ora ci troviamo in una situazione difficile da invertire.

Abbiamo lasciato sfuggire un’importante opportunità ed è incerto se saremo in grado, in futuro, di recuperare il terreno perduto”.

“Sarebbe più proficuo concentrarsi immediatamente sull’avvio dei lavori e sul rapido ripristino della Zona Economica Speciale nel nostro Paese anziché sprecare tempo nel tentativo di attribuire colpe ad altri -ha proseguito Sanciu-.

Già il ritardo attuale rappresenta un notevole danno, figuriamoci se si dovesse perdere ulteriore tempo per stabilire la ZES in modo definitivo; ciò comporterebbe un disastro economico enorme”.

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