Stop per carenza medici, ‘insostenibile e inammissibile’
Si aggrava l’emergenza del pronto soccorso dell’ospedale Nostra Signora di Bonaria di San Gavino dove, sempre a causa della carenza di personale sanitario, è in sofferenza anche il reparto di chirurgia generale.
E protestano i 21 sindaci del territorio che fanno parte dei due distretti sanitari di Guspini e Sanluri, nel Medio Campidano.
I primi cittadini lamentano l’imminente chiusura del pronto soccorso dalle 14 alle 8 della mattina successiva.
Uno stop che ritengono “insostenibile e inammissibile”. “Ciò avverrà a seguito della perdita complessiva, nelle prossime settimane, di ben quattro medici in forze al suddetto pronto soccorso, con la conseguenza che il suo personale medico si ridurrà ad un organico di sole 3-4 unità, senza una concreta prospettiva di integrazione in tempi brevi”, scrivono in una nota.
Anche il reparto di Chirurgia Generale “accusa da circa un anno una riduzione del personale medico tale da impedire l’attività di chirurgica d’urgenza e da ridurre in modo importante anche quella d’elezione – sostengono i sindaci – ad oggi risultano in servizio solamente 5 chirurghi, situazione che determina sostanzialmente la sospensione degli interventi chirurgici d’urgenza e mina l’efficienza dell’ospedale, così come del sistema sanitario locale in generale”.
Per questo hanno scritto all’assessore regionale alla Sanità e ai vertici della Asl del Medio Campidano manifestando una “grande preoccupazione” e chiedendo di “congelare temporaneamente i trasferimenti dei medici del pronto soccorso di San Gavino” e di “adottare, con la massima urgenza del caso, provvedimenti straordinari e tutte le possibili misure necessarie per ripristinare nell’immediato la carenza l’organico”.
“Il quadro d’insieme della sanità di emergenza nel territorio del Medio Campidano non è in grado di garantire il servizio minimo essenziale per la salute pubblica dei cittadini, riflettendo l’analogo scenario nelle subregioni della Trexenta e di parte dell’Oristanese” concludono paventando “un innalzamento del pericolo per la vita e la salute dei cittadini, in special modo di quelli affetti da patologie tempo dipendenti”.
(ANSA)