NEWSARDE.IT Il quotidiano online della Sardegna

Logo Newsarde
Home Notizie Cultura S’afabica de Santa Maria: il basilico dell’Assunta. (34)

S’afabica de Santa Maria: il basilico dell’Assunta. (34)

Sardegna simbolica - Una rubrica dedicata alla spiritualità del popolo sardo

CONDIVIDI

Di Lorella Marietti

La Sardegna è terra mariana per eccellenza e la più antica delle feste è quella di S’Assunta, chiamata anche Santa Maria d’AustuSanta Maria di ferraolsthuSanta Maria de mezz’aolsthu, Nostra Sennora de s’Assunta, Nostra Serinora Assunta, S’Assunta Corcada.

 

Due elementi caratterizzano questa solennità in molti Comuni sardi: il primo è il simulacro della Vergine Dormiente, che rappresenta la Madonna coricata su una lettiga o letto (su lettu, sa lettiga, sa bara, su catafalcu, su lettoni o sa cadira); il secondo elemento è la tradizione di mettere tutto attorno a su lettu dei vasi o mazzi de afabica de Santa Maria, il basilico a foglie piccole come quelle del mirto.

 

Entrambe le consuetudini sono state portate in Sardegna dai cristiani bizantini e nascono da un percorso ricco di simboli che racconta una religiosità popolare sapiente, di cui oggi sembra essersi perduto, almeno in parte, il profondo significato spirituale.

 

Secondo la tradizione cristiana, il basilico è l’erba odorosa che cresceva abbondantemente sul luogo della crocifissione di Gesù, il Golgota, e per questo motivo circondava ancora la reliquia della Croce quando venne ritrovata dall’imperatrice Elena durante gli scavi archeologici del 326 d.C. a Gerusalemme.

 

Poiché il basilico è l’erba del Re, dal greco basileus (Re) e phyton (pianta), e veniva utilizzato fin dall’antichità per rendere omaggio alla famiglia reale, la tradizione cristiana ha visto in tutto questo il significato implicito di “erba di Cristo Re”. Inoltre l’imperatore Costantino, dopo aver reso libero il culto cristiano, introdusse la tradizione di offrire mazzi di basilico nelle feste dedicate a Gesù e a sua madre Maria, trasferendo su di loro il concetto di rendere onore al Re e alla Regina con questa pianta profumatissima.

 

Questa tradizione è rimasta intatta ancora oggi nelle chiese greco-ortodosse e in molte chiese della Sardegna, dove il basilico viene benedetto e portato a casa dai fedeli. Nel rito bizantino viene ricordato che il popolo di Dio riceve queste foglie di basilico per ricordare il buon profumo del Cristo risorto, che tutti i cristiani sono chiamati a testimoniare nel mondo.

 

L’imperatore Costantino fu anche il primo a convertire in edifici religiosi le basiliche che nell’antica Roma erano edifici pubblici utilizzati dal Re per amministrare la giustizia. Venne operato lo stesso spostamento di senso: la basilica, termine che unisce il significato di basileus-re e oikos-casa, era letteralmente la casa del Re e quindi del Signore.

 

Da un lato questa costruzione era molto adatta alle riunioni dei cristiani e all’esercizio del loro culto, e dall’altro lato il concetto di giustizia si prestava bene in senso allegorico a esprimere il concetto evangelico che ogni storia personale e collettiva racchiude una sete di giustizia e resta in attesa di un giudizio finale.

 

Ancora più antica la tradizione della Vergine Dormiente, diffusa in tutta l’isola, Sa Corcada: mistero di fede risalente al I secolo, come testimonia un testo tradizionale della Chiesa di Gerusalemme, a cui hanno attinto i cristiani bizantini e a cui fanno riferimento ancora oggi le chiese ortodosse e armene nelle loro celebrazioni liturgiche.

 

Infatti nell’Oriente cristiano la liturgia del 15 agosto non celebra l’Assunzione di Maria al cielo ma la sua Dormizione (in greco Koimèsis tés theotòkos), cioè il suo “addormentarsi” al termine dei suoi giorni terreni, prima di essere rivestita e avvolta dalla luce eterna, senza che il suo corpo conoscesse la corruzione del sepolcro.

 

In Sardegna l’arte cristiana ha mantenuto questa iconografia insieme all’omaggio regale dei vasi di basilico. Inoltre il dono del basilico, visto che era originariamente dedicato all’intera famiglia del Re, è stato esteso anche a sant’Anna, in quanto mamma di Maria, in paesi come Siliqua e Tortolì.

 

Infine, intorno agli anni Cinquanta, in alcuni Comuni sardi si usava coprire il morto con il basilico, quasi a significare che tutti i cristiani fanno parte della stessa famiglia di Cristo-Re e Maria-Regina. In effetti san Paolo diceva la stessa cosa quando scriveva che i cristiani sono “familiari di Dio” (Ef 2,19).

 

Fotografia: Il basilico e la Santa Croce, in fonte web: Blog della Parrocchia San Nicolò di Mira di Mezzojuso di rito greco-ortodosso.

CONDIVIDI

Cerca

Articoli recenti