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GIOVANNI TOLU, “IL BANDITO GENTILUOMO”

Si dilettava di innocenti giochi linguistici. La sua latitanza durò tre decenni

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Di Salvatore Satta

Il florinese Giovanni Tolu, dopo una trentina d’anni di latitanza, viene mandato assolto con una sentenza del Tribunale di Frosinone.

Si era dovuto rendere uccel di bosco, per aver ridotto in fin di vita, a fucilate, prete Pittui, che però, essendo ‘’appungadu’’, riuscì a cavarsela.

 

Il Tolu, oltre a dover far fronte alle grosse difficoltà legate alla vita alla macchia, nutriva una particolare avversione verso i ladri, di cui la voce popolare gli attribuisce vari omicidi.

Ma l’impresa di cui egli stesso andava fiero rimaneva il salto da Monte Fenosu, da dove, per sfuggire ai Carabinieri, spiccò letteralmente il volo, guadagnando così la libertà.

 

Si dilettava anche di innocenti giochi linguistici fatti di assonanze e allitterazioni.

 

Come quando, braccato da una squadriglia di guardie forestali, si dissetava ad una fontana situata su un’altura e, discendendo a valle, i forestali, che non conoscevano la fisionomia del bandito, gli chiesero se fosse presente nella fontana suddetta e lui rispose testualmente:

‘’Quando c’ero, c’era. Ora non c’è più!’’

 

I forestali, lì per lì, non capirono; si accorsero solo dopo di aver incontrato Giovanni Tolu, ma era ormai troppo tardi.

 

Durante le sue peregrinazioni attraverso le campagne della Nurra, gli capitava spesso di fare il custode nei numerosi santuari campestri.

 

Una volta, passando davanti ad uno di questi santuari, notò il portone aperto e, da dentro, si sentivano le grida disperate di una donna.

Il bandito entrò e si trovò di fronte una giovane donna, scarmigliata, mezza nuda e con due bambini al seguito, che piangeva sconsolatamente.

 

La donna disse che, nel cuore della notte, il loro ovile era stato assaltato da Giovanni Tolu e dalla sua banda e che le avevano ucciso il marito e rubato tutti i maiali, lasciandola nella miseria più assoluta.

 

In quello stesso momento, Giovanni Tolu, nella sua mente aveva già condannato a morte i ladri, che per di più avevano cercato di accusarlo per evitare ritorsioni.

Il Tolu diede alla donna alcune delle sue maglie che indossava per difendersi dal freddo nelle notti che trascorreva all’addiaccio, affinché si coprisse, e degli involucri di carne per cucinarli e consumarli assieme ai figlioletti.

E si allontanò.

 

Ma Giovanni Tolu era uomo timorato di Dio e, sul cadavere delle sue vittime, si soffermava a recitare il Santo Rosario.

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